Secondo uno studio condotto nel 2016 dall’Università del Sussex (Functionally relevant responses to human facial expressions of emotion in the domestic horse – Smith et al., 2016), il cavallo riesce a leggere e ad interpretare le nostre espressioni facciali. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno esibito ad un campione di 28 cavalli 4 foto di 2 uomini a loro sconosciuti: in 2 foto i soggetti sorridevano e nelle altre 2 assumevano un’espressione arrabbiata. Tutti i cavalli hanno mostrato dei chiari segnali di reazione.
Dal punto di vista anatomico, il cavallo ha un sistema visivo in cui i due occhi non collaborano alla visione della stessa immagine (monoculare). Gli occhi del cavallo mandano il segnale visivo all’emisfero del cervello opposto, quindi l’occhio sinistro manda i segnali all’emisfero destro e viceversa. In particolare, la parte destra del cervello del cavallo si occupa della lettura degli stimoli minacciosi, quindi il cavallo tende a guardare ciò che lo spaventa con l’occhio sinistro.
Alla presenza delle fotografie che ritraevano l’uomo arrabbiato, i cavalli tendevano a guardarle con l’occhio sinistro e questo avvalora la teoria secondo la quale essi riescano a riconoscere le espressioni. Nel contempo, si è verificata anche un’accelerazione del battito cardiaco, altro segnale direttamente collegato agli stimoli negativi. Di fronte alle fotografie con i volti sorridenti, le reazioni dei cavalli sono state più blande: ciò è molto probabilmente dovuto al fatto che il cavallo, in quanto animale predato, ha sviluppato un sistema più accurato per il riconoscimento degli stimoli minacciosi.
Il risultato della ricerca è estremamente interessante soprattutto perché i cavalli non utilizzano le espressioni facciali come sistema di comunicazione, ma piuttosto il linguaggio del corpo, come i diversi messaggi che possono essere trasmessi dal semplice movimento delle orecchie.
Questo studio apre le porte a nuovi interessanti approfondimenti sulla dinamica di apprendimento e di reazione del cavallo.
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